Cabo San Luca. Tra Viagra e American Way of Life.

Ultimi giorni del nostro viaggio messicano e ultima tappa a San Josè del Cabo, con visita a Cabo San Luca.
Come avevamo letto, la zona preferita dagli americani per le loro vacanze e per i loro investimenti.
A parte la bellezza del mare e delle spiagge, poche però praticabili da tutti, una conferma di quanto ci aspettavamo, soprattutto Cabo San Luca.
Un trionfo di costruzioni, grandi alberghi e condomini, negozi e bancarelle di souvenir e artigianato (made in China e Taiwan) dove per la prima volta, da quando siamo partiti, si è pressati continuamente dai venditori (particolarmente insistenti – vista la stagione bassa e il calo di turisti a causa della crisi).

Tra gli altri negozi spiccano le “farmacie” che vendono e pubblicizzano di tutto, ma soprattutto anabolizzanti, Cialis e ovviamente Viagra.
È il trionfo del modello americano dell’eterna giovinezza ed efficienza.
Sulle vetrine spiccano due pubblicità, una con un anziano dallo sguardo vizioso e l’headline “Get wild. Get Viagra“. Improbabile, ma il mito va tenuto acceso. L’altra con una “signora” che con un gesto esplicito delle dita promette misure mirabolanti: “This big, every day“.

Ma la cosa che più colpisce, è l’occupazione della costa da parte delle grandi catene di alberghi o di condomini, realizzati da multinazionali americane del real estate.
Il risultato è uno scempio della costa e l’impraticabilità delle spiagge, se non in pochi punti dove è ancora permesso il libero accesso.
Nel percorso tra Cabo Pulmo e Los Barriles chilometri di filo spinato con cartelli di proprietà privata e divieto di accesso rendono impraticabili e sotto vigilanza, armata, chilometri di una delle più belle coste della Baja California.
La signora svedese del bed and breakfast dove alloggiamo e alla quale hanno recintato tutto il tratto di spiaggia prospiciente in attesa della prossima speculazione per il momento bloccata, ci diceva questa sera: “Spero di morire, prima di vedere questo ennesimo scempio”.
Nel porto di Cabo San Luca, su uno dei pochi promontori non edificati, una casa diroccata con un cartello “No se vende“; probabilmente una delle poche, ultime sacche di resistenza.
Come sempre, il dilemma è tra lo sviluppo e il benessere economico e modelli di sviluppo sostenibile che, parlando ad esempio di turismo, valorizzino le risorse naturali e ambientali senza far scempio del territorio e soprattutto senza privatizzarlo ad uso esclusivo di un’elite.
Il paradosso è che la crisi economica degli Stati Uniti potrebbe mettere oggi in crisi questo modello che loro stessi hanno creato.

No se vende
No se vende. Ultime sacche di resistenza.
Condomini
Condomini
This big, every day.
This big, every day.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...