Quattro giorni a La Paz dal 7 all’11 agosto alloggiati in un confortevole e accogliente bed and breakfast – Casa Verde Inn – gestito da due romani, Roberto e Cinzia, trasferitisi 10 anni fa in Messico.
La città, capitale della Baja California del Sud, non ha nulla di particolarmente interessante dal punto di vista storico, architettonico o culturale, tuttavia abbiamo passato quattro piacevoli giorni tra chiacchiere e serate con gli ospiti e i padroni di Casa Verde, giornate nelle bellissime spiagge dei dintorni e cene nei ristoranti della città o passeggiando sul Malecòn (il lungomare), oltre che l’escursione all’Isla de Espiritu Santo di cui ho già raccontato
Tra le spiagge visitate Playa Balandra e La Ventana, belle, relativamente poco frequentate (in particolare nel pomeriggio dai locali, chiassosi, simpatici con una passione per abbandonare spazzatura ovunque – la Basura come si chiama in messicano).
Tutte le spiagge sono attrezzate con ombrelloni di paglia che possono essere utilizzati
Iiberamente. Posti ideali per snorkelling, passeggiate lungo la battigia, cazzeggio tra la sabbia e l’acqua.
Esperienza interessante il Malecòn. Sembra un tranquillo lungomare italiano di una cittadina della Liguria, non fosse per la quantità di messicani di tutte le età, obesi o sovrappeso nella migliore delle ipotesi (problema non indifferente che affligge la popolazione locale). Alcuni tentano timide simulazioni di attività sportive che dovrebbero risolvere i loro problemi di peso (ma le cause sono ben altre).
A parte la Basura (sport nazionale, su cui ritornerò) i locali sembrano orientati a difendere l’integrità del territorio, soprattutto dopo l’impatto devastante di alcune speculazioni.
Campi da golf che per il piacere di qualche americano tre o quattro mesi l’anno, richiedono quantità enormi di acqua che vengono recuperate desalinizzando quella del mare, impattando sul livello di salinità dell’acqua del Mare di Cortèz e sulle specie che lo popolano.
Un enorme centro residenziale (che chiude la visuale della baia), costruito da una multinazionale canadese su una lingua di sabbia che si sta progressivamente e inesorabilmente consumando. Destinato a scomparire con la lingua di sabbia, con buona pace dei pensionati canadesi che hanno investito qui i risparmi di una vita, ma per ora ben presente, guardando l’orizzonte dal lungomare.
Ottimo il livello dei ristoranti di La Paz con una scelta vastissima tra cucina locale e cucine internazionali.
Tra i posti visitati, Corazon Cafè, in un vecchio palazzo locale con un bellissimo patio giardino e una cucina prevalentemente locale, Posada Uruguayana, con ottima carne proveniente dalla zona di Sonora, due ristoranti gestiti da chef italiani, Palermo (con una cucina che cerca di integrare ricette italiane con sapori e ingredienti locali) e La Barcaccia (più classico italiano).
Abbiamo conosciuto entrambi gli chef, presentatici dal padrone di Casa Verde – rispettivamente Alessandro e Andrea – giovani, creativi, con voglia di sperimentare ed emergere, trasferitisi in Messico dopo esperienze internazionali di livello.
Ed ora (in ritardo nella pubblicazione, per problemi di connessioni wifi) verso Mulegè e la Bahia Concepción, argomenti di uno dei prossimi post.

