La protesta degli archeologi

Primo giorno a Città del Messico.

Inizio al Bosque de Chapultepec, con visita al Castello. Impressionante la quantità di bambini di tutte le età e di bancarelle che vendevano qualsiasi cosa si potesse immaginare. Sembrava soprattutto il trionfo di un vintage improbabile, comprese le palline clic clac, lo zucchero filato e le bolle di sapone.

Un capitolo a parte sulle voci dei venditori. Un festival a superarsi uno con l’altro, in una cacofonia totale di suoni e voci.

All’interno del parco visita poi al Museo Nazionale di Antropologia.
Esperienza unica di un percorso antropologico, storico e culturale attraverso le popolazioni che hanno abitato il Messico nel corso del tempo. Ricco di reperti, immagini, contributi multimediali, ricostruzioni di siti, e ambienti.
Due commenti: bisognerebbe avere un tempo infinito a disposizione solo per poter entrare nei temi toccati, le didascalie quasi esclusivamente in spagnolo (pochi pannelli con traduzione in inglese) limitano la comprensione.

Il motivo del titolo di questo post.

Arrivati al museo, abbiamo scoperto che l’ingresso era gratuito, grazie a un’iniziativa degli archeologi dell’INAH che stanno da tempo protestando contro il progetto di un museo che, nela zona di Michocacán, distruggerebbe completamente il sito archeologico di Tzintzuntan, uno dei più importanti siti Pre-Colombiani nell’allora Stato di Tarascan.

Protesta giusta da far conoscere e sostenere. Questa la loro pagina facebook.

Gli archeologi dell'INAH
Gli archeologi dell’INAH a difesa del sito archeologico di Tzintzuntan

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